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23 Marzo 2010

Collezione di Cavatappi o Levaturaccioli e storia del cavatappi

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Mini Collezionedi Cavatappi

Oggi vi parlo di un’altra delle mie mini collezioni….. quella dei cavatappi.

Si chiama cavatappi, ma qualcuno lo chiama leva tappi, stappa bottiglie, sturabottiglie o cavaturaccioli, in dialetto piemontese è il tirabuscion o tirabissun, in genovese tirabisciùn, in napoletano o emiliano tirabusciò ma a Cesena-Gambettola lo chiamano tirabussòn… in toscano stappino, apribottiglie, cavaturaccioli, tirabusciò (da alcuni anziani), in calabrese stippabuttiglia mentre in barese si dice “u  apr’bottiglj” (l’apribottiglia).

Ma qualunque sia il suo nome, l’utilizzo è quello di levare i tappi alle bottiglie e in particolare a quelle di vino.

Un piccolo utensile che conserviamo nel cassetto della cucina, quasi insignificante eppure indispensabile strumento domestico che utilizziamo quotidianamente.

Ma per chi apprezza i piaceri della tavola e il buon vino aprire una bottiglia è quasi un rito che richiede dei movimenti particolari e che in quel semplice gesto di stappare una bottiglia di vino ne fanno un’arte così
come arte sarà poi il versarlo nei bicchieri o nei calici.

La passione quindi per questo accessorio vanta collezionisti in tutto il mondo, libri e anche interessanti musei ( ricordo inoltre l’Associazione Italiana Collezionisti Cavatappi ).

Ma come nasce il cavatappi e quando e dove ?

Inizialmente i contenitori in vetro servivano per conservare la birra e il sidro, boccette piccole erano usate per i profumi e i medicinali, ma anche per l’inchiostro, mentre l’utilizzo come contenitore per il vino si ebbe solo più tardi.

Mini Collezionedi Cavatappi

All’inizio del XVIII secolo il contenitore di vetro a bottiglia era un oggetto raro, costoso, fragile e dalla capacità non sempre uguale. In Italia sino al 1728 il commercio del vino
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