Non Solo Ferri Vecchi - CONSERVAZIONE DELLA STORIA DELLA NOSTRA SOCIETA'

Eventi

21 Maggio 2013

Mercatino del Baratto a Morlupo – 2 Giugno 2013

 

 

L’Associazione Di mano in mano organizza, ogni prima domenica del mese, a Morlupo in Piazza Armando Diaz  il Mercatino del Baratto, Seconda Mano, Artigianato e Spazio Artisti, dalle 10 alle 17.

E’ un punto d’incontro nel quale portare le proprie creazioni,  disegni,  lavori  o gli oggetti che non servono più,  ma possono ancora essere utili ad altri, allungando la vita utile delle merci e facendole circolare.

Tutti i privati possono partecipare,  se avete  gli armadi pieni di cose che non usate più,   portatele al Mercatino e portate anche le vostre creazioni artistiche (anche l’abito della nonna reinventato è arte). Va bene tutto,  abbigliamento, libri, oggetti, giocattoli, non sono però ammessi commercianti professionisti o  merci in stock

 

CHI BARATTA NON PAGA NULLA,  basta portare quello che volete scambiare ai banchi dell’associazione e scegliere qualcosa di valore equivalente tra quello che hanno portato gli altri.

SE INVECE VOLETE ALLESTIRE UN VOSTRO BANCO DOVETE PRENOTARVI INVIANDO UNA MAIL A dimanoinmano.morlupo@gmail.com.

La prenotazione è obbligatoria. Noi vi mettiamo a disposizione solo lo spazio,  l’allestimento sarà frutto della vostra fantasia, vanno bene tavoli da giardino, stand per gli abiti, ceste, tutto quello che preferite,  ogni modulo a disposizione è di 2 metri per 1 metro, se siete più amici potrete accorpare più moduli, basterà comunicarlo nella domanda di partecipazione.

La mattina del Mercatino caricate il bagagliaio della vostra auto, raggiungete il parcheggio di Piazza Armando Diaz e cercate i responsabili dell’Associazione Di mano in mano che vi indirizzeranno al posto che vi è stato assegnato. Gli espositori devono arrivare tra le 9,00 e le 9,40 in modo che il proprio banco sia già allestito per le 10.  Il posto viene assegnato solo dagli organizzatori, chi arriva prima non può scaricare,  ma attendere l’assegnazione del posto. Chi arriva dopo le 10, anche se avrà prenotato, potrà partecipare solo se ci sarà ancora posto.
L’apertura al pubblico partirà dalle 10.00 e terminerà alle 17.00.

In caso di forte pioggia, il mercatino sarà sospeso, per cui se la domenica mattina non siete sicuri delle condizioni climatiche vi preghiamo di telefonarci.
Non buttare nulla: Riduci, Riusa, Regala, Ricicla, Ripara!
Per informazioni potete chiamarci ai numeri 373-8586342 o 373-8586013 o scrivere a dimanoinmano.morlupo@gmail.com

Veniteci a trovare nel gruppo Facebook Di mano in mano Morlupo

Attrezzi

3 Dicembre 2010

Un piccolo omaggio ai grandi Mario Monicelli (appena scomparso) e Alberto Sordi…. un vecchio “Portaordini”

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Vecchio Portaordini

 

In questi giorni, le cronache, i giornali e le trasmissioni televisive, “tra un WikiLeaks e un Festino” qualche volta si sono ricordati di parlare anche del grande Mario Monicelli, morto suicida il 29 novembre all’età di 95 anni…
Nato da una famiglia di origine mantovana, e cresciuto a Viareggio, vive nella Viareggio degli anni trenta.  Frequenta a Milano il liceo classico Giosuè Carducci e si laurea in storia e filosofia…e arriva al cinema….
Assieme a Alberto Mondadori, amico, cugino e collaboratore, dirige nel 1934 il cortometraggio Cuore rivelatore,  a cui fa seguito, sempre nello stesso anno, un mediometraggio muto, I ragazzi della via Paal, presentato e premiato alla Mostra  Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dirige nel 1937 il suo primo lungometraggio, insieme ad alcuni amici, Pioggia d’estate.   

Critico cinematografico dal 1932, negli anni tra il 1939 ed il 1949 fu attivissimo come aiuto-regista e come sceneggiatore,  collaborando a circa una quarantina di titoli. L’esordio registico ufficiale avviene in coppia con Steno, con una serie di film che i due registi realizzano su misura per Totò. Dal 1953 inizia a lavorare da solo, continuando la feconda attività di sceneggiatore, che lo porta a contatto con molti altri famosi cineasti dell’epoca. Monicelli ha firmato alcuni capolavori del dopoguerra italiano, contribuendo ad uno dei periodi più floridi del cinema del nostro paese, entrando di diritto nella storia.   

Vecchio Portaordini

 

Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani: Alberto Sordi, Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, e moltissimi altri ( non me ne voglia nessuno se non nomino proprio il preferito….)   

I film famosi sono numerosissimi… Ma oggi, in tema con il mio blog, ne nomino uno che mi ha colpito particolarmente, quello che molti considerano il suo capolavoro, il film che lo rende (more…)

Attrezzi

12 Novembre 2010

Antico “raschio” o “rampin” da pozzo….i pozzi…la rabdomanzia

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Antico Raschio o Rampin da Pozzo

L’oggetto di oggi, è un antico attrezzo del 1700/1800 in ferro battuto chiamato anche  “raschio” o “rampin” da pozzo

Veniva così chiamato perchè serviva a recuperare i secchi dei pozzi d’acqua.
E’ costituito da vari uncini e veniva calato in un pozzo per recuperare i secchi caduti in acqua che si sganciavano dal gancio ( a sua volta legato ad una corda ) e che con l’aiuto di una carrucola venivano issati in superficie. 

A volte il recupero era semplice.. ma a volte complicato, e pertanto si usavano questi attrezzi di varie forme e con più o meno ganci per il recupero. 

Ai nostri tempi nessuno si preoccupa più da dove viene l’acqua… e i più giovani non sanno quanto fosse difficile una volta averla, andarla a prendere presso il fiume, il ruscello o il fosso.
Spesso non era a portata di mano (ricordate gli acquaioli ? vedi Post ), così si costruivano i pozzi. 
Oggi si confonde il pozzo con la struttura esterna in superficie. Ma non è corretto. 

Il termine pozzo indica, in generale, una struttura artificiale, solitamente di forma circolare e di dimensioni variabili da caso a caso, da cui, in genere, si estrae dal sottosuolo l’acqua delle falde, che possono essere freatiche oppure artesiane, a seconda che il flusso dell’acqua che le permea sia “a pelo libero” oppure “in pressione“. In dipendenza dell’uno o dell’altro caso  anche il pozzo si definisce freatico oppure artesiano.
Nel gergo comune con pozzo freatico si intende il classico pozzo di grande diametro rivestito in pietra o mattoni che spesso si ritrova nei cortili delle case di campagna o nei chiostri dei conventi. Vengono comunemente chiamati pozzi freatici anche i pozzi di grande diametro realizzati con anelli di calcestruzzo, che possono essere considerati la versione moderna del vecchio pozzo da campagna.
Con l’espressione pozzo artesiano si intende invece il pozzo profondo e di piccolo diametro scavato con una trivella, montata usualmente su un camion attrezzato o su un mezzo cingolato semovente. 

Questa classificazione utilizzata nel gergo comune non è corretta da un punto di vista idrogeologico.
 Tecnicamente infatti le espressioni pozzo artesiano e pozzo freatico prescindono dalle modalità costruttive dell’opera, dal diametro e dalla profondità della perforazione ma dipendono unicamente dalle caratteristiche dell’acquifero intercettato. 

Antico Raschio o Rampin da Pozzo

 

In particolare un pozzo è freatico o artesiano se l’acquifero in cui è perforato si trova in condizioni freatiche o artesiane. 

Se l’acqua che penetra nel terreno si arresta e si accumula su uno strato impermeabile, dà origine ad una falda acquifera. Se interessa il terreno prossimo alla  superficie, alimentata direttamente dalle acque delle piogge, dello scioglimento delle nevi e dei ghiacci o dalle infiltrazione dai corsi d’acqua sovrastanti, è detta falda freatica.
Se interessa zone situate sotto lo strato impermeabile, è detta falda profonda; se questa è contenuta  è contenuta fra due strati impermeabili, la sua superficie “batte” contro quello superiore; essa è detta falda artesiana ed è in pressione, come in una condotta forzata.
Le acque e i pozzi freatici o artesiani sono rispettivamente derivati dalle falde freatiche ed artesiane. 

Nei pozzi freatici l’acqua, unicamente sottoposta alla pressione atmosferica, giunge (more…)

Grammofoni

28 Ottobre 2010

Vecchio Juke Box Wurlitzer….e storia del Juke Box

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Vecchio Juke Box Wurlitzer

Il Juke Box, insieme al flipper e al grammofono, appartiene a quegli oggetti di culto che rappresentano la nostra infanzia e la gioventù nostra e dei nostri genitori, un ricordo incredibile dell’atmosfera degli anni Cinquanta: il rock & roll e il fast food. 

Tra in non più giovanissimi, chi ha seguito la serie televisiva Happy Days si ricorderà di Fonzie che con un colpetto faceva suonare al Juke Box le hit dell’epoca.
Il Juke Box riempiva l’atmosfera con i tormentoni dell’estate, le canzoni da spiaggia, le canzoni romantiche o i lenti, intrattenendo, ( o a volte infastidendo ), anche le persone non paganti. 

Se le Tv non mandassero in onda, ogni tanto, vecchi film o vecchi telefilm sugli anni cinquanta, forse i ragazzi d’oggi, ( quelli dell’era Ipod, Ipad, Iphone e lettori Mp3 vari ) ignorerebbero addirittura l’esistenza di “strani” apparecchi a gettone per ascoltare musica nei bar e nei ritrovi. 

Fino agli anni Ottanta considerato un oggetto sorpassato, si è via via imposto come oggetto da collezione, trasformandosi da caro, simpatico, casinista amico di tanti ragazzi di ieri a quella di un tranquillo, costoso e ricercato mobile da salotto. 

Ma bisogna sapere che la storia dei jukebox comincia molto prima che i nostri genitori potessero vedere in tv Fonzie entrare nel bar di Arnold e far partire la musica con un bel colpo di pugno : questo infatti ha già più di 100 anni !!! 

Era il 23 novembre del 1889, un oscuro telegrafista americano, Louis Glass, perfeziona un fonografo della Edison ( Vedi Post su Grammofono e Fonografo e la storia del Fonografo di Edison ), e lo installa al Palais Royal Saloon di San Francisco. L’apparecchio funziona con una monetina, e permette a quattro ascoltatori di godersi simultaneamente un (unico) brano musicale (l’apparecchio non consentiva altra scelta) attraverso ricevitori a cono, collegati con un tubo allo stesso fonografo. Il fonografo funzionava a sua volta con un unico rullo su cui era impresso il motivo musicale. Fu un successo immediato: solo nel primo giorno quel prototipo incassò 15 dollari, una discreta somma per quei tempi. 

Possiamo considerarlo l’antenato del Juke Box

Nel 1906 la società americana John Gabel lanciò l’Automatic Entertainer, un altro apparecchio fonografico a moneta, che permetteva anche la scelta di brani diversi, grazie al fatto di utilizzare, al posto dei “cilindri” musicali di Edison, i primi dischi di moderna concezione (in metallo, ricoperti di cera) inventati fin dal 1877 da un commesso di stoffe tedesco, un certo Emile Berliner poi emigrato in America. Il vantaggio dei dischi era la praticità e la relativa facilità di riproduzione. 

Vecchio Juke Box Wurlitzer

La Wurlitzer, la Seeburg, la Rock-Ola e forse in misura leggermente minore la Ami, furono le grandi case americane che si diedero battaglia dal 1930 al 1960, anno in cui si affermò definitivamente il fenomeno degli shouter (urlatori, in Italia), per conquistare il mercato statunitense dell’apparecchiatura per fare musica. Una battaglia senza esclusione di colpi, vinta o talvolta persa dalla decisione del costruttore di permettere la selezione di un disco in più, o dal gusto di un designer che sistemava al posto giusto una cromatura. 

La tradizione musicale della famiglia Wurlitzer risale al XVII secolo. I predecessori di Rudolph Wurlitzer si erano già fatti un nome in Sassonia (more…)

Bachelite,Non So !

19 Ottobre 2010

Estintore o Contenitore in bachelite ? I miei “non so” ….

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Vecchio Estintore in Bachelite

Girando per i vari mercatini, ho acquistato o scambiato un po’ di tutto….

Cose di valore e non….

Oggetti che mi piacevano, mi interessavano o mi incuriosivano….

Come già detto di molti so tutto ( o quasi !!! )….

Ma di altri so molto poco o proprio non so nulla….

Come in questo caso…. Chi me l’ha venduto ha detto che si tratta di un vecchio estintore ( e sull’etichetta sembrerebbe leggersi proprio così )…..
Ma la cosa mi lascia un po perplesso….
E’ fatto tutto in bachelite ( ed è il motivo per cui l’ho acquistato )…Ma come estintore sarebbe incompleto ….

Vecchio Estintore in Bachelite

Forse qualcuno di voi magari ha già visto qualche oggetto del genere e magari mi può aiutare….

Per questo motivo ho deciso di creare una categoria “Non So !” dove archivierò tutti quegli oggetti di cui so praticamente nulla…e spero nella vostra collaborazione…

Della bachelite abbiamo già parlato ( Vedi Post Precedente ) …ma riassumo brevemente :

 Nel 1907 si scopre la resina fenolica, derivante da fenolo, ottenuto da catrame di carbon fossile, e formaldeide:  la prima plastica completamente sintetica, il primo polimero termoindurente che supera le (more…)

Varie

14 Ottobre 2010

Vecchia Fresa MG per duplicare chiavi….a manovella !!!

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Vecchio Duplicatore di Chiavi MG

Nell’era ormai delle aperture elettroniche ( con telecomando, dispositivi RFID, ma anche con voce, impronte digitali, riconoscimento dell’iride e chissa cos’altro….) oggi ho recuperato una vecchia fresa per duplicare le chiavi….. 

Il funzionamento è molto semplice, ed è simile alle moderne duplicatrici elettriche…. 

Si fissa la chiave originale, si fissa la chiave vergine che diverrà la copia fornita dai vari produttori entrambe negli appositi alloggi. A questo punto si inizia con la manovella far girare la fresa che creerà la nuova chiave fresando quella vergine mentre con l’altra mano attraverso l’impugnatura e una guida si segue la forma dell’originale….. 

Il tutto senza corrente o batterie !!!! 

Ma parliamo un po’ delle chiavi…..visto che anche di quest’ultime ho una piccola collezione…. 

Per ora ( torneremo ancora sull’argomento con la storia e altre informazioni ), ci limiteremo a dire che la chiave  ( intendiamo la standard ) è un oggetto utilizzato per aprire o chiudere una serratura. Di solito consiste in una sottile barretta di metallo, provvista di gole intagliate che formano dei denti e/o scanalature  o piccoli incavi che corrispondono alla forma della serratura e dei suoi meccanismi interni,  permettendo così l’apertura, di norma per mezzo di una rotazione.  

Quando viene tenuta dritta e inserita in una serratura, una serie di cilindretti si solleva allineandosi con i denti e le gole presenti sulla chiave. Se la chiave inserita è quella corretta, la lunghezza dei cilindretti corrisponde a quella stabilita  al fine di permettere la rotazione del cilindro che a sua volta aziona il meccanismo che permette  l’apertura della porta. 

La porzione della chiave che è intagliata e viene inserita nella serratura viene detta lama.
L’impugnatura, generalmente più ampia per facilitarne la presa e sagomata o colorata per permettere il riconoscimento di una chiave nel mazzo, è fornita di un foro, tondo o rettangolare, detto passachiave, che serve ad inserirla nel portachiavi.
 

Vecchio Duplicatore di Chiavi MG

  

La chiave dentellata fu inventata nel 1851 da Linus Yale. 

MG SERRATURE è una fabbrica specializzata nella produzione di serrature e cilindri, compresa una vasta gamma di accessori per porte. Azienda di Lazzate (MI) oggi certificata, presente sul mercato nazionale e internazionale da circa cinquant’anni, e sempre pronta a rispondere ad ogni esigenza di mercato fornendo un valido appoggio per gli specialisti del settore.
Da non confondersi, anche se il logo appare praticamente uguale, con la MG, nome di una casa automobilistica inglese attiva dal 1922. Attualmente è un marchio di proprietà della cinese Saic Motor. La MG, acronimo di Morris Garages, venne fondata (more…)

Bilance

12 Ottobre 2010

Un’altra bilancia….l’Italiana Macchi ( o Francesco Macchi )….e la giustizia

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Antica Bilancia Italiana Macchi

 

Un’altra volta ci ritroviamo a parlare di bilance……e non sarà l’ultima !!!    

Riguardo la storia della bilancia ne abbiamo già parlato in occasione di una bilancia pesalettere.
Abbiamo già visto diverse tipologia di bilance…..e abbiamo già parlato di una famosa ditta che le produce : la Berkel.    

Oggi vediamo un’altra azienda famosa….e questa volta italianissima !!    

In provincia di Varese, tra Oggiona, Cavaria e Gallarate, troviamo un polo di eccellenza nella produzione di bilance che dalla fine dell’800  è sinonimo di alta qualità e precisione.    

Come abbiamo giò visto, la pesatura corretta è un’esigenza che risale agli albori della civiltà, contemporaneamente all’avvio degli scambi commerciali.
Quello della pesatura delle merci rappresenta un bisogno che l’uomo ha cercato di soddisfare sin dai primordi della sua avventura terrestre.    

E subito, con l’introduzione delle bilance – quelle primitive consistevano in un’asta sostenuta a metà da una lama e munita di due cestelli alle estremità – si è pensato anche alla fissazione dei pesi, il cui valore era talvolta considerato sacro e inviolabile.
Ben presto la bilancia venne assunta quale simbolo della Giustizia, nell’illusione di poter pesare il diritto e il torto.  Un simbolo che sopravvive tuttora, all’epoca delle bilance elettroniche. Ma questo lo vedremo anche successivamente….  

Antica Bilancia Italiana Macchi

 

Nella vicenda di uno strumento essenziale – lo si può tranquillamente affermare – nella vita di tutte le generazioni, un ruolo di assoluto rilievo,  almeno a partire dalla fine del XIX secolo, occupa quella porzione della provincia di Varese compresa tra Oggiona con Santo Stefano,  Cavaria con Premezzo e Gallarate che può considerasi la vera e propria culla della (more…)

Bachelite

11 Ottobre 2010

Vecchio Calamaio in Bachelite….il calamaio, l’inchiostro, la stilo…. e la Biro ( Bic ! )

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Vecchio Calamaio in Bachelite

Tra i moltissimi oggetti della mia collezione di bachelite, oggi ho recuperato questo …… un calamaio…. 

L’ho acquistato per il solito discorso che è fabbricato in bachelite ( Vedi Post ) ……ma anche per sapore e il profumo di antico che un calamaio ha…. 

Molti sanno bene che cos’è un calamaio…..ma forse i giovani abituati a usare Pc, Mac e telefonini necessitano di qualche informazione in più…… 

Il calamaio, derivato dal greco antico calamos, è un piccolo recipiente, spesso di vetro, porcellana, argento, ottone o peltro.
Posto vicino alla persona che deve scrivere, contiene l’inchiostro utilizzato per la scrittura per mezzo del calamo o penna rappresentata da un’asticella appuntita o da una estremità di una penna di un grande uccello o da un pennino infisso su di un’asticella.
Il calamaio serve anche per contenere l’inchiostro per riempire le penne stilografiche.
L’inchiostro contenuto nel calamaio è un liquido colorato (spesso nero) con vari pigmenti quali: nerofumo, bacche vegetali, minerali vari, con il quale si tracciano i segni ideografici o sillabici su superfici sottili, di colore chiaro o bianco, quali i papiri, la carta o la pergamena.
Un calamaio spesso ha un coperchio per evitare l’evaporazione, la fuoriuscita accidentale o l’eccessiva esposizione all’aria dell’inchiostro.
Il nome del calamaio deriva dal greco antico calamos, come già detto, che era il nome che si dava all’asticella appuntita e alla parte terminale della penna (d’uccello) usati per scrivere e che, come tali, venivano intinti nel calamaio. 

Vecchio Calamaio in Bachelite

Dallo stesso termine deriva la parola calamita data ai magneti naturali utilizzati per la realizzazione delle prime bussole; ciò era dovuto al fatto che l’ago di dette bussole era appoggiato su di una leggera asticella (appunto un calamo) per farlo galleggiare nell’acqua e così ruotare indicando il nord magnetico.
Alcuni esperti inoltre sostengono che il termine derivi dal termine copto “kalamrk”, ovvero calamaro, animale acquatico ripieno dell’inchiostro tipico dei calamai. 

La “penna”……
Nel corso dei secoli, gli Amanuensi ( nell’antichità non era ancora stata inventata la stampa; i libri potevano essere riprodotti solo copiandoli a mano: nasce così la figura degli amanuensi, umili ed anonimi (more…)

Articolo

1 Ottobre 2010

Perdita Dati – Tutti gli articoli di nuovo on-line

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Ciao Amici…..

è con piacere che posso finalmente annunciare che tutti gli articoli persi a seguito del guasto TopHost ( che ha colpito centinaia di utenti e diversi miei amici !!!! ) sono nuovamente on-line.

E’ stato un lavoraccio !!!!…….

Qualche ultima verifica e posso finalmente tornare a fare qualche articolo nuovo…

CIAO

PS….ora i backup sono fatti regolamente e nel modo corretto…

Articolo

1 Settembre 2010

Guasto – Perdita di dati

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Ciao Amici,

a causa di un guasto ai server del nostro Host ( Vedi Info ), abbiamo perso un po’ di dati… Il backup è risultato parzialmente utilizzabile.

I dati sono comunque tutti salvati e contiamo che nel giro di un paio di giorni il Blog tornerà operativo e con tutto quello che conteneva.
Ciao a tutti.

A presto

Attrezzi

1 Giugno 2010

Antica Imbottigliatrice La Meilleure by B.F.Paris e come si imbottiglia il vino

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Antica Imbottigliatrice La Meilleure

Abbiamo già parlato del sughero e dei tappi di sughero ( Vedi post ).  

E anche della mia mini collezione di cavatappi o levaturaccioli e della loro storia ( Vedi Post ).

Non resta che parlare di come si imbottiglia il vino. 

In casa ho questo oggetto che tengo in cucina, e spesso mi torna utile per ritappare qualche bottiglia non bevuta fino in fondo… 

Si tratta di una vecchia imbottigliatrice francese, rara, marcata “La Meilleure by B.F. (Paris Floor)” risalente al 1925. 

È fatta tutto in ferro massiccio con raccordi in ottone e manico in legno. La sua vernice originale è verde ed è funzionante. La scritta in rilievo : LA MEILLEURE BTLE SGDG (Sans garantie du governo, cioè senza garanzia dello Stato, una menzione dello stato giuridico liberando da ogni responsabilità per il corretto funzionamento del dispositivo) . La ciotola in ferro sulla base è per contenere i tappi di sughero da utilizzare. Si legge: “Echanner les bouchons” . 

Antica Imbottigliatrice La Meilleure

Misura circa 110 Cm Altezza – 57 Cm Larghezza – 36 Profondità. 

Ma chi di voi imbottiglia ancora il proprio vino ? Chi ha ancora questa passione ? 

Il vino in damigiana è una tradizione da non perdere. 

Damigiana non è sinonimo di bassa qualità, ma un modo di bere quotidiano che consente un risparmio notevole, e di fare una scorta dei nostri vini preferiti. 

Ma la damigiana è un buon contenitore per un periodo di tempo relativamente corto, quindi non lasciate il vino nelle damigiane più del necessario. 

Se state muovendo i vostri primi passi nell’imbottigliamento del vino comprato in damigiana, ecco qualche utile consiglio ( anche se in molti potrebbero darne a me…..visto che non sono un grandissimo intenditore….). 

L´imbottigliamento dei vini è la fase finale di tutte le lavorazioni che essi subiscono. E´ un´operazione fondamentale per consentire al vino di continuare e poter concludere quel processo iniziato con la maturazione nei vasi vinari. E dopo il riposo in
botte, o recipienti adatti, arriva il momento dell’imbottigliamento. 

Antica Imbottigliatrice La Meilleure

Infatti, mentre nei fusti di legno prevalgono i processi ossidativi, nelle bottiglie avvengono processi essenzialmente riduttivi. E´ proprio in questa fase che gli elementi del vino e le caratteristiche organolettiche, si affinano ulteriormente così da fornire quei meravigliosi bouquet che conferiscono pregio e prestigio ineguagliabile a molti vini di qualità. 

Una volta ottenuto il vino, quindi, non tutto il lavoro è finito poiché evolve cambiando di colore, sapore, profumo a seconda della fase del ciclo in cui si trova; colore e sapore sono strettamente congiunti.
Le fasi del ciclo sono cinque: all’inizio il vino è “acerbo”, poi è “giovane”, quindi è “pronto”, dopo di che è “invecchiato” ed infine è “vecchio”. Tale ciclo non ha stessa durata per tutti i vini ma esso varia da un periodo minimo 

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Attrezzi

13 Maggio 2010

Antica Zangola a manovella per la produzione del burro e breve storia

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Antica Zangola per produrre Burro

Qualche tempo fa, abbiamo parlato di una bilancia particolare….

Era una bilancia che serviva per determinare una delle qualità del burro….in quel caso quanta acqua conteneva il burro ( Vedi Post).

Così, mi è tornato in mente che tra la moltitudine di oggetti che ho, ( i miei ferri vecchi ), ho anche degli oggetti legati alla produzione del burro stesso.

In questo caso ho recuperato una coppia di antiche Zangole a monavella. Una è marchiata Husqvarna e l’altra Alexanderwerk.

Husqvarna è un marchio utilizzato da svariate fabbriche, tutte comunque collegate con la Husqvarna Vapenfabrik (Husqvarna fabbrica di armi), fondata nel 1689 per produrre moschetti destinato all’esercito svedese. Il logo Husqvarna è composto dalla rappresentazione schematica della sezione trasversale d’una canna di fucile sormontata dal mirino. Il nome deriva dal nome della città in cui venne fondata questa fabbrica, Huskvarna con una piccola variazione di scrittura. Esiste un piccolo museo aziendale nella città, vicino alle parti più vecchie della fabbrica.

Alexanderwerk AG, invece è stata fondata da Alexander von der Nahmer a Remscheid, in Germania nel 1885.
Nata come una fonderia di ferro con officine meccaniche per la produzione di macchine ed apparecchi per industrie, così come apparecchiature domestiche ed elettrodomestici. L’azienda si è poi sviluppata ed ebbe fama internazionale nonchè divenne marchio ricercato. Numerose le ricerche ingegneristiche concentrate sullo sviluppo e la fabbricazione di macchine speciali e attrezzature per l’industria chimica, farmaceutica e delle industrie connesse, nonché macchine alimentari.

Ma cos’è la Zangola ??

La zangola è un attrezzo che serve per la produzione del burro.

Detta anche Panègia (o in dialetto lombardo: penagia, penegia , in bergamasco penac o in veneto Pegna cun manoela ) , ne esistono di diverse capacità, dal litro alla decina di litri.

Antica Zangola aManovella per Produrre Burro

C’è quella più antica a stantuffo e quella rotatoria, introdotta più di recente ( in commercio oggi ci sono quelle elettriche).

Quella a stantuffo e un recipiente di legno di forma cilindrica o tronco-conica utilizzato per sbattere la panna e trasformarla in burro.
Consiste di un cilindro col fondo chiuso e un coperchio forato al centro; nel foro passa l’asta di uno stantuffo che reca all’estremità alta l’impugnatura per agitare e a quella bassa, nel cilindro, un disco di legno di diametro di poco inferiore a quello
interno del cilindro. Tutte le parti sono in legno. La panna viene versata nel cilindro che viene quindi chiuso col cilindro e lo stantuffo, dopodiché

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Attrezzi

22 Aprile 2010

Vecchio trapano da dentista con accessori, la carie e storia dell’odontoiatria

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Vecchio Trapanoda Dentista

Lo strumento che vediamo oggi, è di suo molto interessante per l’ingegno con cui, tramite delle pulegge e un cordino, si trasmette il movimento rotatorio dal motore ( 100 V ), al trapano…. ma incuterà
paura se non addirittura terrore ai più…

Si tratta di un vecchio trapano per dentista, completo dei vari accessori, con l’azionamento tramite apposito interuttore a terra da usarsi con i piedi in modo da avere sempre le mani libere.

C’è un motivo per cui andare dal dentista ( o Cavadenti….com’erano chiamati una volta ) è così terrificante per molte persone (me compreso).
Nella storia della medicina, le operazioni ai denti sono ricordate come tra le più dolorose per l’essere umano. Questo sia per i metodi primitivi utilizzati per migliaia di anni, sia per il fatto che il cervello dedica una buona porzione della sua massa al dolore, in particolare quello dentale.

Vecchio Trapanoda Dentista e Accessori

Ma c’è un dato confortante: dal secolo scorso gli strumenti utilizzati da un dentista si sono fatti via via sempre più sofisticati, e buona parte della ricerca è volta proprio a lenire o a sopprimere completamente il dolore provocato da ascessi, carie ed altri problemi
dentali, oltre che dalle operazioni dei dentisti.

Ma così non era qualche millennio fa, quando ci si doveva arrangiare con i pochi strumenti e tecnologie a disposizione, ed avere una discreta tolleranza al dolore

Come operavano i dentisti preistorici ?
Sostanzialmente con le medesime tecniche messe a punto e sperimentate con successo per la fabbricazione delle minuscole perline in osso, conchiglia marina, steatite, calcite, turchese, lapislazzuli usate per cuffie, collane, braccialetti, cinture e cavigliere rinvenute in abbondanza in siti archeologici a Mergarh ( uno dei più importati siti neolitici, sorto tra il 7000 a.C. ed il 3200 a.C. in Pakistan ) .
Lo strumento principale era il trapano in legno ad arco attrezzato con una piccola punta in selce, azionato mediante un apposito archetto. La stessa perizia è stata riscontrata nelle perforazioni sui denti. I casi meglio conservati mostrano infatti delle perforazioni non lontane per morfologia da quelle che si ottengono oggi con ben più raffinati strumenti. La perizia del provetto “gioielliere” si trasferì presumibilmente in un ottima “dentistica”. Le analisi al microscopio elettronico mostrano che, dopo la fase di trapanazione

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Bilance

21 Aprile 2010

Vecchia ma bellissima e piccolissima bilancia pesalettere

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BilanciaPesalettere Liquori Lacchin

Bilancia Pesalettere piccolissima n.161926 . Peso gr 10 circa –
Grandezza circa due monete da 1 euro.
Anni 50-60 della ditta G.Lacchin Liquori Venezia

Una bilancia deve avere tre qualità: la precisione, ovverossia la possibilità di ritornare esattamente alla posizione d’equilibrio, la fedeltà, che consiste nell’indipendenza dalla posizione della ” carica
” e la sensibilità, cioè la capacità di reazione a una debole variazione di peso. L’accuratezza, dal punto di vista della tecnologia, degli elementi tecnici della bilancia, migliora e rende più precise le funzioni tecniche o d’uso.

Ma delle Bilance, della storia delle bilance e delle bilance Pesalettere avevamo già parlato ( Vedi post ).

Nel campione che esaminiamo, si può notare che in base al peso della lettera, avviene lo spostamento del contrapeso inversamente proporzionale al peso stesso, a questo determina lo spostamento della
freccia nella scala di lettura del peso determinato.

Applicazione di calcoli matematici relativi leve, pesi e bracci, ma che nello specifico non conosco….

Spero che qualche ingegnere ce li possa illustrare o commentare….

BilanciaPesalettere Liquori Lacchin

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Calcolatrice

17 Aprile 2010

Vecchia Calcolatrice modello Everest Multarapid

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CalcolatriceEverest Multarapid

Oggi parliamo brevemente di un’altra calcolatrice o macchina da calcolo ( chi fosse interessato alla storia delle calcolatrici può trovarla nel post precedente – Vedi post )…… 

Certo….non è antica come gli ultimi oggetti che abbiamo visto…..ma dobbiamo ammettere che un po particolare lo è…. 

Si tratta di una calcolatrice Everest Multarapid S

Everest è il marchio con cui usciva la Società Anonima Serio Officine Meccaniche di Precisione.
La Officine Serio venne fondata nel 1932 e si specializzarono nella produzione di calcolatrici e macchine da scrivere.
La fabbrica principale era a Crema (Italia), ai lati del fiume Serio, ma per molti anni le macchine da calcolo furono prodotte in un altro stabilimento a Milano. 

Nel 1935 ha acquisito la Sozzi-Inzadi di Milano, dove venivano prodotte le calcolatrici Alfa, e che quindi divennero Alfa Everest

Negli anni 50 la produzione di calcolatrici venne trasferita a Crema e la produzione estesa anche in Turchia e Yugoslavia (Zagrabria – Tvornica Računskih Strojeva ). 

Nel 1967 la Olivetti acquisì il controllo delle Officine Serio per poi incorporala 

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