Il temperamatite a manovella e la matita copiativa
Temperamatite in ferro in uso negli anni 30/60 negli uffici pubblici e scuole di fabbricazione tedesca : Bleistifischarf maschine Gull & Harberck Hamburg “Jupiter 1″.
Il temperamatite o “appuntalapis” detto anche temperino.
I vecchi alunni come me, che hanno passato la cinquantina, ricorderanno quei brutti segni rossi o blu fatti dalla maestra/o con le matite copiative, nella correzione dei nostri compiti fatti a casa o a scuola. Ebbene nell’atrio dell’ufficio e della scuola c’era una scrivania e l’uscere o il bidello aveva a disposizione una macchinetta simile a quella fotografata (temperamatite) un po’ voluminosa, ma molto pratica per fare le punte alle suddette matite.
Anche qualche studio tecnico di disegnatori o geometri si era procurato questo temperamatite per impiegare meno tempo a fare la punta alle matite. Si usava anche quello a lametta, piccolino economico , e tradizionale ma si impiegava troppo tempo e si doveva
prestare maggiore attenzione a non rompere la punta.
Una matita copiativa è una speciale matita il cui segno è indelebile o quantomeno difficilmente cancellabile.
La matita normale ha la mina di sola grafite, mentre quella copiativa contiene anche coloranti derivati dall’anilina e dei pigmenti solubili in acqua. La matita copiativa può essere cancellata solo per abrasione lasciando però evidenti segni di manipolazione; diversamente da quelle normali il tratto di matita copiativa svela ogni tentativo di cancellazione tramite solvente, lasciando evidenti macchie sulla carta.E’ quindi immune da manomissione altrimenti difficile da smascherare.
Le matite copiative sono un oggetto reperibile in commercio senza particolari difficoltà, quali matite CF12 blu in legno di tiglio o con grafite Staedtler Kopier.
Al tempo le matite copiative erano comunemente utilizzate per firmare contratti e atti pubblici. Uno strumento importante, anche nel voto della popolazione italiana.
Ancora oggi, nell’era del mouse, ci fidiamo della matita.
Le matite copiative sono state utilizzate in tutte le elezioni italiane degli ultimi 60 anni, a partire dal referendum fra monarchia e repubblica del 1946: in passato, non essendo allora diffusa la penna biro, ed essendo poco agevole votare con penna e calamaio, il
legislatore individuò nella matita copiativa un mezzo uniforme e difficilmente cancellabile per esprimere il voto.
La modalità di votazione con la matita copiativa venne in seguito stabilita con il Testo Unico del 5 febbraio 1948, n. 26.
Le disposizioni in merito al loro utilizzo non sono state modificate dalle leggi elettorali approvate dal dopoguerra ad oggi.
Il Consiglio di Stato ha stabilito che il voto è valido anche se la matita copiativa è stata umettata (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987), ovvero bagnata con saliva o con la spugna per francobolli che, fino al 2005, era consegnata nel materiale elettorale (dotazione dei seggi, anche se nei manuali per i membri del seggio non è esplicitamente fatto obbligo di usarla in questo senso) . Solo in quel caso, infatti, il tratto a matita è realmente indelebile, e il voto è quindi valido e soprattutto infalsificabile. La mina della matita dovrebbe essere inumidita al seggio, o direttamente dall’elettore, prima di segnare ogni nuova scheda elettorale. Per il voto è più idonea della penna biro perché quest’ultima lascia una traccia che può essere visibile sul lato opposto della scheda. Se l’elettore, nell’esprimere una preferenza su più schede elettorali,
dovesse sovrapporre le schede, la matita copiativa non lascia segni sulle schede sottostanti. Inoltre, non lascia trasparire segni sulla scheda elettorale una volta piegata prima di metterla nell’urna. Infine, se il tratto lasciato dall’elettore è poco marcato oppure è apposto su un simbolo scuro, è comunque visibile in controluce un segno della matita copiativa con riflessi violacei, senza il quale la scheda sembrerebbe bianca.
Gli elettori italiani possono votare esclusivamente con la matita copiativa che viene loro fornita dal Presidente di seggio, a pena di nullità della scheda.
Le matite copiative si usano in tutti i tipi di tornate elettorali. Le schede elettorali sulle quali è apposto un simbolo con matita non copiativa o penna sono nulle, anche se è chiara l’intenzione di voto dell’elettore, ovvero se è stata espressa una preferenza, forza politica o persona compatibile con le regole. Il loro uso non è previsto in tutti i Paesi europei. In Francia e Germania, ad esempio, il voto viene espresso con una penna biro indelebile; la Repubblica di San Marino adotta regole analoghe a quelle italiane.
Le matite copiative sono consegnate insieme al materiale elettorale, sono proprietà dello Stato e devono essere restituite dai membri del seggio, al termine dello spoglio dei voti. Gli elettori che non riconsegnano le matite copiative al Presidente di seggio insieme alla scheda incorrono in una sanzione pecuniaria da 103 euro a 309 euro. I membri del seggio sono tenuti a contare e conservare le matite copiative.
Diversamente dalle schede, le matite copiative non sono oggetto di verifica: nessuno ha il compito di controllare che effettivamente il segno della matita sulla scheda sia indelebile.
Un po’ di foto…..:
.