17 Marzo 2010
Tags: Acid-Butyrometry, acqua, bilancia, burro, butirrometro, Dr. N. Gerber 's Acid-Butyrometry Ltd., Dr. N. Gerber' s mbH Zurigo e Lipsia, Leipzig, Metodo Gerber, Niklaus Gerber, United Dairies of Zurich

Bilancia pesa acqua nel burro Gerber
Tra le varie bilance in mio possesso c’è anche questo articolo che ritengo interessante.
E’ una bilancia in grado di pesare la quantità di acqua presente nel burro. A dire il vero il termine giusto è determinare la percentuale di acqua presente nel burro.
E’ la Bilancia modello Superior A – Fabbrica Prodotti Chimici Dr.Vittorio Sacco – Milano.
Riporta poi una etichetta interessante : Dr.Gerber Original.
Chie era costui ?
Niklaus Gerber nacque nel 1850 ed era un chimico svizzero che studiò all’università di Berna e di Zurigo, ma anche a Parigi e Monaco e si specializzò nell’ambiente lattiero-caseari.
Nel 1887 fondò la United Dairies of Zurich, che studiava principalmente tutti i problemi nel commercio del latte e derivati :
la qualità del latte crudo, l’igiene, le frodi commerciali di chi diluiva il latte con l’acqua e quindi i test che si potevano eseguire per testare la qualità dello stesso.
Nel 1892 sviluppò e brevetto un metodo di analisi del grasso contenuto nel latte relativamente pratico

Bilancia pesa acqua nel burro Gerber
e veloce chiamato in principio “Acid-Butyrometry” e successivamente Metodo Gerber.
La determinazione della percentuale di grasso nel latte è (more…)
16 Marzo 2010
Tags: buco, calzini, collants, cucire, di alabastro, di legno, ovetto, rammendare, riparare, uovo

L'ovetto dilegno per rammendare i calzini
Qualche giorno fa, mentre scrivevo l’articolo sulla macchina da cucire, quando parlavo delle giovani ( e forse anche meno giovani) d’oggi e della passione per il cucito, mi è tornato per la mente un oggetto che spesso appariva nei cestino per il cucito, in mezzo a forbici, ditali, aghi e fili vari, spille di sicurezza etc….
Parlo dell’uovo o ovetto per rammendare o riparare i calzini.
Ci sono ancora donne che lo usano?
A casa mia ho ancora quello di mia madre, ma mia moglie non l’ha mai adoperato (anche lei era una di quelle che non hanno questa passione).
Penso che ormai sia un oggetto di antiquariato e lo trattiamo per tale, certo che le nuove generazioni forse non sa a che cosa serve; quando al mercato vendono 3 paia di calzini a 4 euro, vale la pena ripare quelli rotti??
Con i tempi che corrono certamente si, ed in futuro ancora di più se continua così, per molte persone…

L'ovetto dilegno per rammendare i calzini
A volte nelle cucitura della punta dei calzini o nei talloni si creano dei buchi dovuti spesso (more…)
15 Marzo 2010
Tags: bachelite, gioco, Junior Projector, proiettore, View-Master Sawyer's

ProiettoreView-Master Sawyer's Junior Projector
E’ sempre un piacere rispolverare qualche ricordo, e ancora di più se questo è legato alla propria infanzia o al fascino prodotto dai racconti degli anziani e dal loro riproporsi come legante tra quello che è stato il nostro passato con il nostro presente.
E anche i meno giovani sembrano ritornare bambini al richiamo dei ricordi di gioventù.

PubblicitàProiettore View-Master Sawyer's Junior Projector
E’ così anche oggi rispolveriamo un vecchio gioco….
E si, basta proprio poco per ritrovarsi e riscoprirsi ragazzi, o addirittura bambini, magari intorno a una trottola, o più semplicemente farsi trasportare dal vento insieme ad un aquilone costruito da mani sapienti o in tanti altri modi a noi spesso sconosciuti ma che hanno visto crescere in quegli stessi quartieri in cui abitiamo noi, i nostri genitori ed ancor prima i nostri nonni. Quartieri che forse una volta erano “contrade”. Ma non cambiava comunque il fatto che quando qualcuno aveva un gioco come questo, spesso ci si radunava
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14 Marzo 2010
Tags: brevetto, Clark & Co, cucito, Isaac Merrit Singer, Johnson, macchina da cucire, New Home Sewing Machine Company, punto a catenella, rocchetto rotante, storia, The Gold Medal, The improved Dolly Varden, Thomas Saint

Antica Macchina da Cucire The Improved Dolly Varden
Questo bel modello del 1870 , “The improved Dolly Varden” è della Johnson, Clark & Co, azienda americana fondata nel 1860 in Massachusetts che venne rilevata nel 1882 dalla New Home Sewing Machine Company e che iniziò ad uscire con il marchio The Gold Medal Sewing Machine Company.
In molte case, anche in quelle che non sono di un “matto che raccoglie cose strane o ferri vecchi”, possiamo trovare delle macchine da cucire ( o anche dette macchine per cucire o cucitrice ).
Ne possiamo trovare nei vari mercatini dell’antiquariato, ma penso che molte sia saltate fuori dalle varie soffitte o garage dei nonni.
In quasi tutte le case, infatti, una volta c’erano queste vecchie macchine da cucire, spesso vicino la finestra.
Erano davvero minimali, e gli accessori erano per lo più piccoli cassetto in cui venivano custoditi aghi, fili, spilli e bottoni di tutti i tipi.
Quand’eravamo piccoli, sicuramente in molti siamo rimasti colpiti e affascinati nel vedere mamma o nonna (che possiamo definire sarte provette) alle prese con le stoffe, mentre il pedale andava su e giù quasi melodicamente.
E magari spesso ci siamo chiesti come mai queste vecchie macchine non venissero buttate per prenderne una nuova.
Ci si cuciva di tutto, dai pantaloni (quante toppe alle ginocchia !!! ) alle camicie ai cappotti.
Allora era diverso, man mano che si cresceva i capi che erano diventati piccoli venivano passati al fratello più giovane, e tutto ciò era assolutamente normale, e forse anche queste

Antica Macchina da Cucire The Improved Dolly Varden
cose contribuivano a rendere una famiglia più unita.
In tanti ci siamo addormentato tante volte cullati dal suono della macchina da cucire su cui lavoravano dopo che tutti si era a letto, per confezionare gonne, camicie, pantaloni e quant’altro.
Sappiamo tutti che la macchina da cucire è un’apparecchiatura meccanica ( o oggi elettromeccanica ) impiegata per unire mediante una cucitura, stoffe o pelli attraverso il passaggio di uno o più (more…)
13 Marzo 2010
Tags: aspirapolvere, August Mittelsten Scheid, bachelite, brevetto, Carl e Adolf Vorwerk, Engelbert Gorissen, grammofono, Kobold, Modello 47, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, scopa elettrica, storia, Vorwerk & Co, Vorwerk Folletto

Aspirapolvere oscopa elettrica Vorwerk Folletto Modello 47
Aspirapolvere o scopa elettrica Vorwerk Folletto Modello 47 brevetto matricola 26927 90 watt 160 volt
Perchè ho nella mia collezione anche questo utile (anche se ormai antico) accessorio?
Questo oggetto l’ho acquistato al mercatino dell’antiquariato di Soave.
Spesso chi guarda questo “cimelio storico” in vendita lo guarda come oggetto usato ma ancora utile, quindi con lo spirito di osservazione se può funzionare o no.
Io invece quando acquisto qualche oggetto che ritengo storico o importante, la mia prima osservazione è di guardare se l’oggetto è brevettato o no (se lo è più facile avere qualche documentazione storica relativa all’oggetto stesso – vedi anche precedente articolo relativo i Brevetti ).
Nella fattispecie del Folletto 47, poi, mi ha colpito il portasacchi che è di bachelite (quindi oggetto comunque interessante per la mia collezione di oggetti fatti in questo materiale – Vedi articolo sulla Bachelite ) , la presa di
corrente che ha le boccole sempre in bachelite ( questa è anche predisposta a lato del medesimo per accessori quali lampade e simili) e il manico smontabile ( per occupare meno spazi quando riposto ).
Inoltre essendo questo modello degli anni 30 l’ho paragonato ad altri due modelli più recenti che ho in casa ( di cui uno l’ho utilizzo per più di 40 anni ed è tuttora funzionante e ho pensato al valore storico del medesimo.
Ed in effetti copia di questo modello è esposto anche al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano proprio per il suo valore storico.
Infatti non tutti sanno che il primo apparecchio è nato negli anni successivi

Aspirapolvere oscopa elettrica Vorwerk Folletto Modello 47
alla crisi del 1929 dalla trasformazione di un grammofono!
Una circostanza che ha attirato l’attenzione del mondo scientifico, tanto che la serie storica degli apparecchi Vorwerk è stata (more…)
12 Marzo 2010
Tags: a indice, Allgemeine Electrizitäts Gesellschaft, Caligraph, cembalo scrivano, Giuseppe Ravizza, Hammond, macchina da scrivere, macchine a tasto unico, Museo della Macchine da Scrivere, Olivetti, Remington, The type writer, Underwood

Macchina Da Scrivere AEG Mignon
Macchina per scrivere a indice MIGNON AEG ( Allgemeine Electrizitäts Gesellschaft ) Deutsche Werke Berlin del 1903 .
Questo modello è apparso sul mercato sul mercato nel 1905.
Dal punto di vista tipologico, questa macchina può essere considerata sia ad indice posizionabile, dato che la scelta del carattere da stampare avviene mediante indice, sia ad elementi intercambiabili, visto che è possibile cambiare l’alfabeto sostituendo il cilindro portacaratteri e il quadrante.
Muovendo longitudinalmente il puntatore sul quadrante con la mano sinistra, si trasmette il movimento al cilindro che ruota nella posizione corrispondente al carattere selezionato. Abbassando il tasto destro il cilindro scatta in avanti, battendo il carattere sul foglio di carta nel rullo. Il tasto sinistro serve per la spaziatura. L’inchiostrazione avviene mediante nastro inchiostrato. Attraverso un sistema di scappamento, il carrello portacarta compie uno spostamento ad ogni battuta di tasto, permettendo la composizione di una riga.

Macchina Da Scrivere AEG Mignon
Le macchine per scrivere Mignon della A.E.G. furono le più diffuse tra le macchine a tasto unico, rimanendo molto popolari fino all’ultimo anno di produzione nel 1934, grazie alla semplicità del funzionamento, all’economicità e alla velocità di utilizzo; un operatore esperto poteva raggiungere infatti la velocità di 250-300 caratteri al minuto.
Il quadrante e il cilindro portacaratteri erano sostituibili per l’adattamento ai diversi (more…)
11 Marzo 2010
Tags: atellana, binocolo, binoculus, commedia, fabula, farsa, Galileo Galielei, Ignazio Porro, prismatici, prismi a tetto, prismi di Porro, rifrazione, storia, teatro, tragedia, tre unità aristoteliche, VIVA VERDI

Antico Binocolo da Teatro
Il binocolo è il più versatile strumento ottico per la visione binoculare e dall’uso più diretto.
E’ formato da un sistema di due cannocchiali o telescopi accoppiati, perfettamente paralleli per ottenere una visione binoculare che restituisce una porzione ingrandita dello spazio in direzione del quale è puntato l’oggetto.
Il termine binocolo deriva appunto dal latino binoculus, “due occhi”, e fa ovviamente riferimento alla possibilità di utilizzare entrambi gli occhi per lo strumento ed è questa la principale differenza rispetto al telescopio o al cannocchiale, il cui funzionamento è invece regolato sull’utilizzo di un solo occhio, dunque meno comodi ed ergonomici.
Possono essere a rifrazione o prismatici.
Nella parte anteriore di ciascun cannocchiale c’è l’obiettivo, una lente che raccoglie la luce, in quella posteriore c’è l’oculare, una lente più piccola che serve per ingrandire l’immagine.
I binocoli a rifrazione o da teatro hanno obiettivi di circa 2,5 centimetri di diametro e ingrandiscono le immagini mediamente fino a tre volte.
I prismatici hanno obiettivi più grandi e permettono ingrandimenti superiori. Esistono in commercio due categorie che si differenziano per il sistema di costruzione: i tradizionali e classici binocoli con prismi di Porro (dal nome dell’inventore, il fisico italiano Ignazio Porro) e quelli con prismi a tetto. Difatti un binocolo fornito di sole lenti darebbe immagini capovolte. Per ‘raddrizzarle’ vengono

Antico Binocolo da Teatro
usati dei sistemi di inversione costituiti da prismi.
I binocoli con prismi di Porro hanno la consueta forma allargata e complessità di costruzione più semplice, mentre i binocoli con prismi a tetto,dalla forma diritta e compatta, con gli oculari allineati con gli obiettivi, sono più complessi e richiedono livelli (more…)
10 Marzo 2010
Tags: antico, caffe, campionatore, cereali, corchorus, ferro, granulati, juta

Antico Campionatore per cereali in ferro
Le importazioni ed esportazioni di cereali ( o più in generale il commercio ) venivano effettuate con le navi. Gli imballi erano per lo più sacchi di juta ben legati, affinchè il prodotto non andasse disperso.
Negli scambi, durante i carichi e scarichi, i prodotti venivano controllati affinchè durante il viaggio non avessero subito mutamenti rispetto a quanto pattuito e pertanto si dovevano controllare gli stessi su una moltitudine di sacchi, affinche la quantità e qualità non fosse diversa da un sacco all’altro.
Con questa punta in ferro a piramide ed all’interno cava, si forava il sacco e in base alla profondità di affondo nel sacco stesso defluiva

Antico Campionatore per cereali in ferro
più o meno una quantità del prodotto da campionare. Questo sistema permetteva di evitare di aprire o chiudere i sacchi stessi con lacci, lacciuli e sigilli apposti nei medesimi. Lasciava tuttavia dei piccoli fori che si chiudevano da soli o comunque di dimensioni trascurabili in quanto la juta tendeva poi a tornare come (more…)
6 Marzo 2010
Tags: bistro organico, carboncino, carbonella, cedro rosso, Degas, disegno, Eberhard Faber, ematite, fusillagine, gesso, gomma arabica, graffite, inchiostro di china, Leonardo, matita, Michelangelo, Mina, noce di galla, pastello, Pietra d Italia, piombo, Raffaello, seppia, storia, temperamatite a manovella, Tiepolo, Van Dyke

- Temperamatite a Manovella Eberhard Faber
Anche oggi vi presento un temperamatite a manovella.
Vi avevo già parlato di questo tipo di temperamatite in un precedente post ( Vedi articolo ), dei miei ricordi associati ad esso,e vi avevo già parlato anche della matita copiativa.
Cercando un po’ di informazioni sulla marca di questo temperamatite, la Eberhard Faber Inc., mi sono imbattuto anche in interessanti informazioni riguardo la storia della matita e/o la storia del disegno.
Andiamo per ordine.
La Eberhard Faber, Inc. è una società fondata nel 1849 da John Eberhard Faber ed è rimasta per moltissimi anni di proprieta della famiglia. La produzione e il commercio di questa azienda riguardava prevalentemente cancelleria di base quali matite, gomme, elastici, marcatori, adesivi, cancellini, ecc. Con sede in Pennsylvania (usa), la società ha oggi filiali in Germania e in Canada, partnership in Venezuela e Colombia, e
licenziatari in Argentina, Brasile, El Salvador, Perù, Siria, Turchia e Filippine. Nel 1971 la società fu riorganizzata dopo diversi anni di scarse prestazioni ( e qualche anno con risultati di bilancio in rosso). Questo perchè, il mercato matita, nel quale la società aveva per il 40 per cento del suo fatturato, attraversò una profonda crisi e l’azienda affrontò dure guerre di prezzo con la concorrenza .

Storia del disegno
Ma perchè proprio un’azienda di matite ?
John Eberhard Faber (6 dicembre 1822 – 2 marzo 1879) nacque a Stein, in Baviera ( Germania ). Suo padre, George Leonard Faber, era un discendente della famiglia Faber, nome famoso nel mercato del legno, e produceva “matite di piombo“. John abbandonò presto gli studi per dedicarsi ad una carriera nel settore del commercio in America. Si è trasferì negli Stati Uniti nel 1848 e nel 1849 aprì un negozio di (more…)
5 Marzo 2010
Tags: Azienda Seregno, Giovanni Battista Pirelli, gomma delle vacanze, lattice, Nautilus, Pirelli, soffietto

Soffietto in Lattice Pirelli
La Pirelli fu fondata a Milano nel 1872, dall’ingegnere Giovanni Battista Pirelli. Inizialmente produceva articoli in gomma e si chiamava “Pirelli & C.”.
Dopo pochi anni entrò nel settore della produzione di cavi e agli inizi del 1900 in quello degli pneumatici.
Il primo pneumatico per automobile è del 1901. Nel 1907 arriva la prima vittoria sportiva, con la Itala 35/45 HP nel raid Pechino-Parigi.
All’inizio del Novecento, inoltre, inizia l’espansione internazionale, prima in Spagna (1902), poi anche in Gran Bretagna (1914) e in Argentina (1919).
Negli anni venti ha inizio la presenza nelle gare automobilistiche, che è proseguita fino ai giorni nostri e che ha visto numerose vittorie di gran premi di Formula 1, Rally, Superbike e nella Mille Miglia.
Nel settore pneumatici, è da ricordare l’introduzione, agli inizi degli anni cinquanta, del radiale Cinturato (riproposto recentemente in versione supertecnologica ed eco-compatibile), e negli anni ottanta quella dello pneumatico ribassato.

- Soffietto in Lattice Pirelli
Nel comparto dei cavi, le principali tappe tecnologiche arrivarono nel 1927, con la produzione del primo cavo con isolamento in olio, e negli anni ottanta con la realizzazione dei cavi a fibre ottiche.
Negli anni settanta il gruppo diede vita a una fusione con la britannica Dunlop, e nel 1986 tentò invano di (more…)
4 Marzo 2010
Tags: ampere, bachelite, Edison, George Westinghouse, John Dixon Gibbs, Lucien Gaulard, Michael Faraday, Nikola Tesla, Tesla, trasformatore, volt, William Stanley

Vecchio Trasformatore in Bachelite
Posso affermare di avere anche io un piccolo museo che può ricostruire un po’ di storia dell’elettricità, con oggetti più disparati che vanno dai vari strumenti di misurazione, a trasformatori, fino ad arrivare ai più semplici interruttori sia di porcellana che di bachelite.
Quello di oggi è un vecchio trasformatore in bachelite ( vedi post precedente sulla bachelite )
Il trasformatore è una macchina elettrica statica (perché non contiene parti in movimento) appartenente alla categoria più ampia dei convertitori.
In particolare il trasformatore consente di convertire i parametri di tensione (simbolo V unità di misura volt) e corrente ( simbolo A unità di misura ampere) in ingresso rispetto a quelli in uscita, pur mantenendo costante la quantità di potenza elettrica apparente (a meno delle perdite per effetto dell’isteresi e delle correnti parassite).
Il trasformatore è una macchina in grado di operare solo in corrente alternata, perché sfrutta i principi dell’elettromagnetismo legati ai flussi variabili.

- Vecchio Trasformatore in Bachelite
È stato uno dei motivi principali della vittoria della corrente alternata di Tesla nella famosa guerra delle correnti contro Edison.
Le tappe storiche che portarono al’invenzione del trasfromatore furono le seguenti :
Michael Faraday inventò il 29 agosto 1831 l’anello a induzione, il primo trasformatore. Egli lo usò per dimostrare i principi dell’induzione elettromagnetica (more…)
3 Marzo 2010
Tags: 3D, bachelite, brevetto, caleidoscopio, Charles Wheatstone, David Brewster, Fisher-Price, General Aniline & Film Corporation (GAF), Mattel, Sawyer's Photographic Service, Stereoscope, stereoscopio, storia, Tru-Vue Company, Tyco Toys, View-Master, visore, William Gruber

Visore View-Maste Sawyer's
E’ un po’ che non parliamo di giocattoli…. e quindi mi sono guardato in torno… e ho trovato una cosa che parecchio tempo fa avevo aquistato in un mercatino…..
A dire il vero, il primo pensiero quando l’ho visto è andato ai miei nipotini, e non ho pensato che avevo tra le mani si un giocattolo, ma anche un pezzo di storia della fotografia….e soprattutto della fotografia 3D.
Stiamo parlando del visore View-Master, sistema di visione stereoscopica inventato da William Gruber e commercializzato per prima dalla Sawyer’s Photographic Service nel 1938.
Il visore View-Master è costituito da due binocolini dotati di lenti, che permettono di mettere a fuoco a una breve distanza coppie di diapositive montate su appositi dischetti. I dischetti vengono inseriti in un alloggiamento caricandoli comodamente dall’alto (a differenza dei primi due modelli Sawyer’s), mentre una leva di avanzamento consente di passare alla coppia di diapositive successiva.
Questi “slides” erano venduti in buste separate, ciascuna contenente tre dischi da 7 fotografie, per un totale di 21 immagini 3D e a colori. È proprio il numero di coppie dispari, che permette al visore di mostrare sempre e soltanto
le sette coppie “diritte”: saltando due diapositive ad ogni scatto, impedisce infatti di visionare le stesse diapositive “a testa in giù”.
Interrogato a tal proposito sul perché sia stato scelto il numero di 7 coppie, William Gruber rispose che semplicemente era il numero dispari di coppie di immagini alla distanza oculare, che potevano stare in un dischetto.

Visore View-Maste Sawyer's
L’illuminazione viene normalmente fornita da un diffusore opaco, che permette alla luce naturale di retroilluminare le diapositive. Molto più raramente i visori sono dotati di illuminazione
autonoma, alimentata da una batteria o da alimentazione di rete. Questo tipo di sistema ottico, congiuntamente alle immagini riprodotte (more…)
1 Marzo 2010
Tags: Alessandro Volta, bachelite, elettromeccanico, elettronico, voltmetro

Voltmetro in bachelite
La bachelite , di cui vi ho già parlato in precedente post ( Vedi la bachelite ), per le sue qualità, è stata utilizzata molto in passato nel campo elettrico e/o elettronico.
E’ infatti resistente all’elettricità, al calore, alla rottura e chimicamente stabile, nonchè isolante.
Questo vecchio voltmetro ( funzionante ) in bachelite è uno dei moltissimo oggetti che ho trovato per i vari mercatini. Ne ho di tutti i tipi e dimensioni.
Il voltmetro è uno strumento per la misura della differenza di potenziale elettrico tra due punti di un circuito, la cui unità di misura è il volt con simbolo V. L’unità di misura possiede questo nome in onore del fisico
italiano Alessandro Volta. Insieme all’amperometro, wattmetro, varmetro, frequenzimetro, cosfimetro (o fasometro) e altri, è uno strumento per misurare le grandezze elettriche. Come per altri strumenti, i parametri fondamentali di un voltmetro sono tre (vedi strumenti di misura per grandezze elettriche): la classe di precisione (o classe), la portata, la risoluzione. Un altro parametro non meno importante è la tensione di isolamento. Di un voltmetro occorre conoscere anche il tipo di tensione misurata: tensione continua, tensione alternata e in quest’ultimo caso se è solamente sinusoidale o anche a forme d’onda diversa.

Voltmetro in bachelite
Il voltmetro può essere elettromeccanico o elettronico. I voltmetri di tipo elettromeccanico prelevano l’energia necessaria al loro funzionamento dal circuito stesso nel quale vengono inseriti; quelli elettronici utilizzano la grandezza da misurare (more…)
Tags: a molla, bachelite, brevetto, Hermann Thorens, rasoio, riviera, Td124, Td125, Thorens

- Rasoio in bachelite con
carica a molla
Se l’altro giorno vi ho parlato delle lamette da barba ( vedi post ) e ieri di un affilalamette in bachelite ( vedi post ), oggi non potevamo non includere ( anche se in futuro ne parleremo ancora ) un rasoio moderno… o quasi ! Quanti di voi infatti si sono mai fatti la barba con un rasoio in bachelite (vedi cos’è la bachelite ) con carica a molla ??
Ed eccolo qua !
Si tratta di un modello risalente ai primi anni 50 di un’azienda svizzera, la Thorens ( Brevetto : Registered design number 876,564, patent application number 30106/52 (1952) patent number 748,126 (1956).

Rasoio in bachelite con carica a molla
Questa è una azienda storica, fondata nel nel 1883 a St.Croix, dal signor Hermann Thorens per la fabbricazione di ‘scatole musicali’ e movimenti sonori.
Questa è la ragione per la quale non è infrequente trovare, all’interno dei carillon antichi, un movimento chiaramente marcato Thorens. Nel corso degli anni successivi la casa svizzera fabbricò anche accendini (dal 1913), armoniche (1914), pick-up (1929) radio da tavolo e da pavimento (1933), e persino rasoi (more…)
28 Febbraio 2010
Tags: a spatola, affilalamette, bachelite, barba, bilama, coramelle, culter tonsorium, egiziani, Feinschleiferei, fenestrato, forma lunata, Kampfe, King Camp Gillette, lamette, Marcel L. Bich, Maya, novacula, radi e getta, rasoi, storia, tonsores

- Affilamette a corda in bachelite
Se ieri vi ho parlato delle lamette da barba, oggi non posso non parlarvi di come le lamette una volta venivano affilate e quindi riutilizzate.
E tra tutti i miei ferri ho quindi trovato un affilalamette a corda acquistato in un mercatino dell’antiquariato.
Il mondo del collezionismo collegato alla rasatura abbraccia infatti, come abiamo visto ieri, la pubblicità sulle confezioni ed espositori di lamette ma anche l’insieme dei vari accessori che costituivano il corredo degli antichi negozi da barbiere, quali affila-lamette, bacili da barbiere, pennelli da barba, contenitori per lame usate, scatoline in latta serigrafata, antichi rasoi a mano libera ed anche elettrici, sedie professionali e seggiolini, stampe pubblicitarie, calendarietti profumati, targhe e insegne, astucci in pelle, bauletti vari porta-accessori, ecc…
In questo caso si tratta di un affila lamette da viaggio, in bachelite ( vediprecedente post sulla bachelite) degli anni 40.
Le dimensioni sono 6 x 3,5 cm ed è composto da due “valve” . La lametta viene posizionata tra quattro pettini di materiale leggermente abrasivo e trascinata in un movimento circolare e longitudinale da i due perni eccentrici che sono posti in rotazione da un sistema di ingranaggi a sua volta mossi dal movimento di trascinamento della cordicella .

Affilamette a corda in bachelite
Si inserisce la lametta, si chiude, si tira il cordoncino (more…)
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